Un gir8tto a New York sulle tracce di Lillian – Parte I

I ruggenti anni Venti, la Grande Depressione e il fermento di una nazione che prova a ripartire.

Una delle cose che ci ha colpito quando abbiamo preso in mano per la prima volta Lillian Boxfish takes a walk, diventato poi un 8tto con il titolo di Lillian Boxfish si fa un giro, oltre alla protagonista, alla crasi geniale tra pubblicità e poesia e a una New York quasi personificata, è stata quella cosa del camminare. Proprio così dice il premuroso Skip, l’autista che la implora di salire sulla sua limousine per riaccompagnarla a casa quasi alla fine del libro. “Che cos’è questa cosa che hai con l’andare a piedi, Lillian.”

Questa cosa dell’andare a piedi ci ha portate a ideare, proprio nel momento in cui non si poteva camminare liberamente nelle nostre città, Ci facciamo un gir8tto?, 4 incontri virtuali sulla nostra pagina FB alla scoperta di due metropoli iconiche, Londra e New York, guidate dalle pagine dei nostri libri e da un tour operator d’eccezione: Cristina Ferrando alias girasole_inviaggio.

New York dunque, e un trekking urbano sulle orme di Lillian, alter ego narrativo di Margaret Fishback, una donna anticonformista, la prima pubblicitaria donna più pagata d’America, che scelse di vivere e lavorare in una città in fermento, dove, archiviata la Prima guerra mondiale, tutto poteva succedere.

In principio l’abbiamo accompagnata nei tre luoghi simbolo degli anni esaltanti della sua ascesa, come pubblicitaria e poeta. New York è sempre stata una città unica, ma negli anni Venti e Trenta lo era ancora di più. C’era un’energia, una voglia di sfidare il futuro correndo in verticale ad altezze vertiginose mai raggiunte prima. Nonostante la crisi del ‘29, niente racconta meglio lo spirito americano di quella voglia di erigere edifici sempre più alti, visionari, di rimodellare il presente costruendo una città come nessuna al mondo. Yes, we can.

Lillian ha abitato in molti luoghi della città, ma nel Greenwich Village ha avuto la sua prima casa da adulta, dopo l’epoca delle feste mitiche a guardare l’alba dalle scale antincendio, degli alcolici bevuti di straforo perché c’era il Proibizionismo, delle notti ad Harlem a ballare il Lindy hop. Non era ancora il Village degli anni ‘60, ma i semi del fermento, il fervore e la creatività già si intuivano, tanto più da parte di una donna così sensibile alle vibrazioni del cambiamento.

MacDougall Street ne era il centro pulsante in quegli anni, da qui nacque e si diffuse il cappuccino, la Alcott ci scrisse in parte Piccole donne e Hemingway, quando era in città, si fermava volentieri alla Minetta Tavern. Lillian abitava non lontano dal Washington Square Park reso famoso da innumerevoli film – da A piedi nudi nel parco a Harry ti presento Sally – affacciata sulla Quinta con l’Empire State Building bene in vista. Non un brutto posto davvero dove stare.

l’Empire State Building “racchiuso” tra gli edifici vicini

Gli anni della Beat Generation, del cafè Wha? con i suoi miti della musica, da Jimi Hendrix a Bruce Springsteen, e dello Stonewall Inn, che ha dato inizio al movimento LGBTQ, erano di là da venire, così come il diluvio di serie tv mitiche girate proprio nel quartiere, da i Robinson, a Sex and the City a Friends, ma il Greenwich Village era già un quartiere speciale, che una donna speciale come Lillian non poteva non amare.

Dalla sua casa nel Village, con una bella passeggiata lungo la Quinta Lillian\Margaret raggiungeva il suo luogo di lavoro: R.H. Macy’s. Luogo di lavoro è naturalmente una definizione riduttiva. Il grande magazzino, che occupava un intero isolato, era sì sede del suo ufficio di pubblicitaria, ma era per Lillian molto di più: una casa, una famiglia, un luogo dove trovare l’ispirazione, dove trovare l’amore, la solidità di qualcosa che non sarebbe mai cambiato, al netto di tutte le trasformazioni, invece, della sua vita.

Il più famoso dei club del Greenwich

A Lillian era piaciuto subito perché ambizioso, innovatore e anticonformista come lei. Il primo ad avere scale mobili, in legno, oltre a 33 ascensori. Il primo ad avere i prezzi fissi, le pubblicità con prezzi sui giornali, garanzie di rimborso, prodotti innovativi come il tè in bustina e gli asciugamani colorati. Fu il primo ad avere una licenza per la vendita di alcolici a New York; il primo a ingaggiare un Babbo Natale per le vendite natalizie. Diede inizio al concetto di vetrine, che venivano allestite per attirare l’attenzione dei consumatori. Come poteva Lillian non amarlo? Certo, nemmeno un luogo così all’avanguardia era immune dalla disparità di genere e infatti Lillian\Margaret rimase la donna pubblicitaria più pagata, nonostante fosse più brava di molti uomini. E all’arrivo del figlio, dovette, come tutte all’epoca, lasciare il lavoro.

In tutto il tempo in cui non lavorava, si divertiva o scriveva poesie, Lillian camminava. Per andare e tornare dal lavoro, tra i molti piani del grande magazzino, nelle pause pranzo in cerca di vita, suoni, colori, storie e ispirazione. Uno dei suoi luoghi preferiti era, dopo aver percorso la Sesta, Madison Square Park. Una piazza elegante e ariosa, contornata da edifici inconfondibili.

Camminare intorno a Washington Square Park è un piacere

Prima di tutto il Flatiron Building, il ferro da stiro, per anni l’edificio più alto della città, e poi Tribunale della divisione d’appello con la sua cupola palladiana, e la torre della Metropolitan Life Insurance Company che assomiglia al campanile di san Marco a Venezia. Qui Lillian pranzava, componeva poesie, osservava le persone e ha continuato a farlo anche molti anni più tardi, quando la città era ormai cambiata, concedendo sempre una chance ai luoghi e alla varia umanità che li popola, nonostante non fossero più gli stessi, nonostante a prima vista potessero spaventare. Solvitur ambulando. Si risolve camminando. E parlando, perché la parola è il mezzo più potente per combattere violenza, ignoranza, paura e pregiudizio. E per salvare se stessi.

_ CONTINUA _

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