Sette racconti ad alto tasso di umorismo che ribaltano le quinte del teatrino amoroso. Perché alla fine dell’Ottocento, l’amore non è più una cosa seria.
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Pratiche di umorismo nelle scrittrici di fine Ottocento
a cura di Maria Vittoria Vittori
Nella seconda metà dell’Ottocento, quando le donne in Italia costituivano l’unica “provincia irredenta”, succede che alcune scrittrici impegnate nel giornalismo, mondano o di denuncia sociale, in rivendicazioni emancipazioniste e nel movimento femminista mozzoniano maturino l’idea sovversiva di guardare al familiare copione del corteggiamento, della vita matrimoniale, dell’adulterio attraverso la prospettiva dell’ironia. Ne nascono racconti ad alto tasso di umorismo, che ribaltano le quinte del teatrino amoroso dell’epoca, mandando in soffitta Madame Bovary e inaugurando figure di donne capaci di farsi beffe di falsi miti e tabù, e poi di entrare in gioco: ma stavolta con regole scritte da loro.
Così la penna di Matilde Serao dà vita a Checchina che, intrappolata in un matrimonio infelice e decisa a concedere le proprie grazie niente di meno che a un marchese, per raggiungere il suo scopo riuscirà a superare tutte le difficoltà pratiche. Tutte tranne una. E se donna Valentina risponde a tono a chi la vorrebbe preda di un amore esclusivamente carnale, la Francesca di Annie Vivanti cerca di plasmare la propria immagine secondo quell’ideale di perfezione borghese destinata ad accendere gli ardori del suo – possibile? – amante teutonico. Con un esito tragicomico.
Una carrellata di donne e scrittrici riunite insieme dalla sensibilità unica e irriverente della curatrice Maria Vittoria Vittori che con questa raccolta riesce a cancellare quasi due secoli di sospiri, crinoline e sguardi languidi. Seppellendoli con una risata.
Térésah
Pseudonimo della scrittrice Corinna Teresa Ubertis, che nacque il 25 luglio 1874 a Firenze e trascorse l’infanzia a Frassineto Po, paese del Piemonte a cui resterà molto legata. In seguito al matrimonio, nel 1912, con Ezio Maria Gray, giornalista e esponente politico nazionalista, si trasferì a Roma. Dopo l’esordio avvenuto nel 1897 con la raccolta poetica Il campo delle ortiche, pubblicò testi teatrali, volumi di liriche, raccolte di novelle, romanzi e molti libri per l’infanzia, tradotti in diverse lingue. All’attività di scrittrice affiancò quella giornalistica, collaborando a lungo con il Corriere della Sera e diventando successivamente redattrice del Corriere dei piccoli. Morì a Roma il 2 ottobre 1964.
La sua eclettica scrittura è contrassegnata da notevole finezza psicologica e delicata ironia.
Térésah è presente nell’antologia Humoursex con il racconto Le due signore Derossi.
Leggi tuttoRegina di Luanto
Guendalina Lipparini – questo il suo vero nome – nacque il 22 febbraio 1862 a Terni in una benestante famiglia borghese e dopo il matrimonio nel 1881 con il diplomatico Alberto Roti, discendente di una nobile famiglia fiorentina, diventò la contessa Roti. Con il nome d’arte di Regina di Luanto, anagramma di Guendalina Roti, pubblicò nel 1890 il suo primo libro, la raccolta di racconti Acque forti e iniziò a scrivere sulla Rivista italiana di Scienze, di Lettere, Arti e Teatri e successivamente sulla rivista La donna. Con la sua produzione letteraria – che comprende due raccolte di racconti e undici romanzi – Regina di Luanto divenne ben presto nota come autrice di forte temperamento, capace di affrontare le questioni più controverse e di criticare in maniera diretta le istituzioni sociali, a partire dal matrimonio. Alla sua morte, avvenuta l’8 settembre 1914, venne ricordata come la scrittrice più audace, più avanzata e arrischiata che abbia avuto l’Italia letteraria dell’ultimo ventennio.
Gli agonizzanti, che 8tto ripropone per la prima volta dopo più di un secolo, è stato scritto alla fine dell’Ottocento; pubblicato nel 1900 da Roux e Viarengo, di questo romanzo non abbiamo edizioni successive e soprattutto passa quasi inosservato anche all’epoca della pubblicazione.
La cosa non dovrebbe stupire: quale altra sorte poteva toccare a un libro scritto da una donna che lancia una feroce critica, con tanto di presa in giro conclamata, nei confronti di una parte della società?
Oltre a firmare il romanzo Gli agonizzanti, Regina di Luanto è presente nell’antologia Humoursex con il racconto Botta e risposta.
Leggi tutto“Regina di Luanto era un’abile narratrice che spesso utilizzava la spazialità come strategia narrativa per rafforzare le sue riflessioni, espressione di una visione positivistica del mondo, mescolata con una profonda fede nella scienza e nell’arte come mezzo per creare un mondo migliore.”
Ulla Åkerström
Matilde Serao
La giornalista e scrittrice più conosciuta dell’Ottocento nacque a Patrasso, da padre napoletano e madre greca, il 28 febbraio 1856. Compiuti a Napoli gli studi da maestra, s’impiegò nei Telegrafi di Stato e intanto iniziava a pubblicare novelle su giornali locali, finché entrò nella redazione del Corriere del mattino. Nel 1882 si trasferì a Roma e nel 1884 sposò il giornalista Edoardo Scarfoglio, con il quale fondò Il Corriere di Roma , poi Il Corriere di Napoli e infine Il Mattino. Separatasi dal marito nel 1904 ed estromessa dal Mattino, fondò un nuovo quotidiano, Il Giorno, che diresse fino alla morte, avvenuta il 25 luglio 1927. A questo assiduo impegno giornalistico affiancò una non meno intensa attività letteraria, che produsse oltre quaranta volumi tra romanzi e novelle. Il primo periodo, che si protrae fino agli inizi del Novecento, risulta il più fecondo e riuscito della sua vena letteraria che alterna la descrizione di ambienti, figure e aspetti della vivace vita napoletana alla rappresentazione, resa con oggettivo distacco, di passioni, ambizioni, intrighi della società borghese e del mondo politico giornalistico. Esemplari, in questo senso, Il paese di Cuccagna (1891) e La conquista di Roma (1885).
Matilde Serao è presente nell’antologia Humoursex con il racconto La virtù di Checchina.
Leggi tuttoMarchesa Colombi
Maria Antonietta Torriani, che si firmava con il nome d’arte di Marchesa Colombi, è stata una delle giornaliste e scrittrici più moderne, ironiche e anticonformiste del panorama letterario italiano. Nata a Novara il 1 gennaio 1840, nel 1868 si trasferì a Milano dove iniziò la sua proficua collaborazione con la femminista Anna Maria Mozzoni e con la rivista emancipazionista La donna, fondata e diretta da Gualberta Alaide Beccari, che vantava – unico caso in quegli anni- una redazione esclusivamente femminile. Insieme al marito Eugenio Torelli Viollier nel 1876 fondò il Corriere della Sera diventandone assidua collaboratrice. La sua attività letteraria fu ampia e diversificata: traduzioni, raccolte di racconti, libretti per melodrammi e romanzi, anche per l’infanzia, rivelano una predilezione per le tematiche sociali focalizzate sulla condizione della donna. Di questa approfondita indagine sociale, che sempre s’accompagna all’attenzione verso i risvolti psicologici, sono fortemente rappresentativi i romanzi In risaia (1878) e Un matrimonio in provincia (1885). Dopo un lungo silenzio creativo, morì a Torino il 24 marzo 1920.
Marchesa Colombi è presente nell’antologia Humoursex con il racconto Un velo bianco.
Leggi tuttoContessa Lara
Evelina Cattermole Mancini, poetessa e narratrice, è stata anche una brillante giornalista che ha collaborato con le principali riviste del tempo quali Cronaca bizantina, Fanfulla della Domenica, La Tribuna illustrata. Nota con lo pseudonimo byroniano di Contessa Lara, era nata a Firenze il 26 ottobre 1849 e, dopo una vita inquieta e avventurosa tra Firenze, Milano e Roma, morì nella capitale il 30 novembre 1896, uccisa con un colpo di pistola dal suo compagno Giuseppe Pierantoni, che lei aveva denunciato per violenza. Le particolari e drammatiche vicende della sua vita che l’hanno resa personaggio pubblico affascinante, discusso e per certi aspetti scandaloso, hanno sicuramente condizionato la ricezione critica della sua ricca ed eclettica produzione letteraria – comprendente liriche, novelle, romanzi, libri per l’infanzia – che, attestandosi al confine tra analisi sociale, indagine psicologica e gusto decadente, presenta spiccati tratti di originalità come dimostrano molti dei suoi racconti, le liriche di Versi (1883) e il romanzo L’innamorata (1892).
Contessa Lara è presente nell’antologia Humoursex con il racconto La vigilia.
Leggi tuttoAnnie Vivanti
Annie (Anna Emilia) Vivanti nacque il 7 aprile 1866 a Londra, dove il padre, seguace di Mazzini, aveva trovato asilo politico. Cresciuta tra l’Italia, l’Inghilterra, la Svizzera e gli Stati Uniti, esordì nel mondo letterario nel 1890, con la raccolta poetica Lirica, prefata da Giosuè Carducci: risale a questo periodo la loro lunga e ininterrotta amicizia. Dopo il matrimonio con il giornalista irlandese John Chartres, Vivanti trascorse quasi vent’anni tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti, scrivendo soltanto in inglese. Nei primi anni del Novecento, in concomitanza con la fama internazionale ottenuta dalla figlia Vivien, giovanissima violinista di grande talento, la scrittrice riprese a comporre e a pubblicare anche in Italia, con notevole successo. Infatti, a partire da I divoratori (1911), molti suoi romanzi vennero tradotti nelle principali lingue europee. Morì a Torino il 20 febbraio 1942. Risulta ancora oggi difficile inserire l’autrice all’interno di un preciso movimento letterario, forse anche a causa della sua formazione pluriculturale e del suo vivace temperamento da esploratrice, che la portano a elaborare un genere di narrativa accattivante, suggestiva e al tempo stesso capace di dar conto dei più disparati ambiti sociali.
Annie Vivanti è presente nell’antologia Humoursex con il racconto Perfetta.
Leggi tuttoAmalia Guglielminetti
Amalia Guglielminetti è stata scrittrice, poetessa e drammaturga.
Nell’inquieto ambiente culturale della Torino dei primi del Novecento, dove frequentava la Società della Cultura insieme a Thovez, Pastonchi, Graf, Gozzano, Borgese, forgiò il suo personaggio di “donna appassionata e sensuale, dominatrice e crudele, ardente e sensibile vestita all’ultima moda di Parigi secondo lo schema del gusto liberty”.
Ricordata quasi esclusivamente come l’amica di Gozzano e l’amante di Pitigrilli, Guglielminetti è stata un’illustre vittima di quel cortocircuito che tende a confondere i due piani, quello biografico e quello artistico, e che ha fatto in modo che le sue opere – e le sue potenti figure femminili – fossero etichettate come “letteratura erotica” e lì fossero confinate, senza la possibilità di emergere con la loro forza, il loro dinamismo, la loro abbagliante modernità.
Amalia Guglielminetti, autrice de La rivincita del maschio è presente nell’antologia Humoursex con il racconto La gloria.
Dicono di lei
“Uno dei motivi che ha spinto la Guglielminetti nell’oblio è stata la mancanza di riconoscimento della sua profondità umana e la relegazione della sua poesia e letteratura all’ambito erotico. È necessario liberare l’autrice dal pregiudizio di erotismo e ricostruire l’esperienza umana di una donna tormentata e travolta dal suo stesso personaggio. Al di sotto di quella maschera da donna dominatrice, con una lettura più attenta, si scorge una donna irrequieta, sola, malinconica.”
Letturificio
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“Ci viene data la possibilità di riscoprire, finalmente, la scrittrice: l’osservatrice acutissima di un tempo lontano e di debolezze umane che non hanno perso alcuna attualità; la poetessa che si reinventa in uno stile aereo, sempre in grado di raccontare con disincanto preciso e ironia l’ipocrisia delle aspettative sociali, i colori degli abiti, il fiorire smeraldo dei giardini, lo scricchiolare della carta da lettera”
Limina
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Leggi tuttoINDICATO: Per chi non crede alla retorica dell’amore salvifico e alle lacrime e sospiri preferisce una bella risata.
POSOLOGIA: Assumere con cadenza giornaliera per aumentare le difese (ciniche) immunitarie necessarie a far fronte alla vita di tutti i giorni.
EFFETTI COLLATERALI: Incapacità di rimanere seri davanti a una dichiarazione d’amore, spiccata tendenza a prendersi gioco dei sentimenti, propri e altrui; sarcasmo oltre i livelli consigliati.