Gli agonizzanti

La fulminante attualità di un romanzo che ha 124 anni portati benissimo. L’ironia che apre al cambiamento di una misteriosa e consapevole Regina.

19,00

Autore: Regina di Luanto
Pagine: 416
ISBN: 978-88-31263-40-5

Roma, fine Ottocento. Giulio Bessardi è un fervente seguace dell’estetismo puro, in cui non vi è posto per le grevi questioni di ordine quotidiano e la parola “pratico” mai sfiora le curate labbra dell’aspirante asceta estetico. L’ingenua e inesperta Isabella Zerdoni una sola volta ha ceduto al fascino di Giulio, ma tanto è bastato per rimanerne incinta. Proprio questa enorme apparente tragedia dà alla giovane, vissuta sino a quel momento in un mondo ingabbiato, in cui alle signorine di buona famiglia si chiede di obbedire prima al padre e poi al marito scelto per loro, la forza di comprendere che, a dispetto della società e della cultura del tempo, solo lei può e deve decidere per se stessa e per il bambino che forse verrà. E la stessa notizia, ricevuta da Giulio, fa cadere un velo sull’inconsistenza e la vacuità di un mondo che forse non ha mai avuto ragione d’essere, e su coloro i quali ancora si aggrappano a un tempo che fu e che oggi non sono che delle ombre agonizzanti.

Pubblicato nel 1900 da Roux e Viarengo, di questo romanzo non abbiamo edizioni successive e soprattutto passa quasi inosservato anche allora. La cosa non dovrebbe stupire: quale altra sorte poteva toccare a un libro scritto da una donna che lancia una feroce critica nei confronti di una parte della società? Che denuncia l’inconsistenza e la superficialità dei così detti “superuomini” che per quella stessa società sono sinonimo di grandezza e onnipotenza? E soprattutto che afferma che ormai non vi è più posto per loro, e che è arrivato il momento per la donna, in quanto individuo autonomo pensante, di prendersi la scena e di diventare il vero motore del cambiamento.

Con un contributo critico di Maria Vittoria Vittori.

Regina di Luanto

Guendalina Lipparini – questo il suo vero nome – nacque il 22 febbraio 1862 a Terni in una benestante famiglia borghese e dopo il matrimonio nel 1881 con il diplomatico Alberto Roti, discendente di una nobile famiglia fiorentina, diventò la contessa Roti. Con il nome d’arte di Regina di Luanto, anagramma di Guendalina Roti, pubblicò nel 1890 il suo primo libro, la raccolta di racconti Acque forti e iniziò a scrivere sulla Rivista italiana di Scienze, di Lettere, Arti e Teatri e successivamente sulla rivista La donna. Con la sua produzione letteraria – che comprende due raccolte di racconti e undici romanzi – Regina di Luanto divenne ben presto nota come autrice di forte temperamento, capace di affrontare le questioni più controverse e di criticare in maniera diretta le istituzioni sociali, a partire dal matrimonio. Alla sua morte, avvenuta l’8 settembre 1914, venne ricordata come la scrittrice più audace, più avanzata e arrischiata che abbia avuto l’Italia letteraria dell’ultimo ventennio.

Gli agonizzanti, che 8tto ripropone per la prima volta dopo più di un secolo, è stato scritto alla fine dell’Ottocento; pubblicato nel 1900 da Roux e Viarengo, di questo romanzo non abbiamo edizioni successive e soprattutto passa quasi inosservato anche all’epoca della pubblicazione.

La cosa non dovrebbe stupire: quale altra sorte poteva toccare a un libro scritto da una donna che lancia una feroce critica, con tanto di presa in giro conclamata, nei confronti di una parte della società?

Oltre a firmare il romanzo Gli agonizzanti, Regina di Luanto è presente nell’antologia Humoursex con il racconto Botta e risposta.

“Regina di Luanto era un’abile narratrice che spesso utilizzava la spazialità come strategia narrativa per rafforzare le sue riflessioni, espressione di una visione positivistica del mondo, mescolata con una profonda fede nella scienza e nell’arte come mezzo per creare un mondo migliore.”

Ulla Åkerström

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INDICATO: per chi vuole immergersi in un mondo apparentemente surreale e sopra le righe, ma che invece non risulta così tanto estraneo alla realtà che ci circonda.

POSOLOGIA: assumere regolarmente durante i pasti, che tra una sessione di ascetismo e prove costume, la tanto vituperata fame potrebbe cogliervi senza preavviso.

EFFETTI COLLATERALI: attenzione, potreste avere voglia di riarredare casa vostra, pensando che “l’effetto antro della strega” sia l’ultima frontiera del new design.