Piccola guida londinese per amanti dei libri

Corposa premessa: una visione (strabica) d’insieme

Negli ultimi tre anni almeno assistiamo al susseguirsi di notizie che ci dicono che l’editoria sta morendo, anzi no, è in ripresa, le vendite calano, il fatturato aumenta, però le librerie chiudono, ma i lettori forti crescono. Un discreto caos in cui in effetti è difficile stabilire se sia un buon momento o un cattivo momento per i libri, stabile, in declino o in crescita.

Dipende. Da cosa si guarda e dove si guarda. Quello che pare assodato è che finalmente non è TUTTO negativo e che, a fronte di segni meno persistenti, ci sono anche motivi per rallegrarsi se non proprio gioire. Tra questi i dati italiani del mercato del libro, che nell’ultimo anno sono un po’ più incoraggianti, nonostante il fatto che si continui a leggere troppo poco. Il mercato si è contratto per i grandi gruppi editoriali, che tuttavia continuano a farla da padrone, ma la presenza sempre più convincente di realtà editoriali medio piccole indipendenti in forte espansione (Iperborea, NN, La nave di Teseo, E/O, Keller per citarne solo alcune) ci dice che anche se il lettore italiano medio punta ai marchi conosciuti, ai facili bestseller e alla varia, c’è un’editoria di qualità che è più vitale che mai.

Sempre per rimanere all’Italia, però un dato negativo riguarda ancora la contrazione delle librerie, di catena e soprattutto indipendenti, che fanno una fatica tremenda a sbarcare il lunario, pur rappresentando spesso l’amatissima linfa vitale delle comunità nel cui tessuto cittadino si inseriscono. Ci sono oasi felici, certo, ma non passa giorno che non si abbia notizia di qualche storica libreria costretta a chiudere. Roma in questo senso è paradigmatica: via la Libreria del Viaggiatore, via per i motivi tragicamente noti La Pecora Elettrica, via ancora la Feltrinelli International. E il dato dice 223 librerie in meno a Roma nel decennio 2007-2017.

Gli Stati Uniti e l’Inghilterra ci mostrano invece un’inversione di tendenza che non può che farci piacere e ben sperare. Nel mare in burrasca del mondo editoriale, in balia delle trasformazioni digitali e delle vendite online, le librerie di catena (e gli ebook) diminuiscono, le librerie indipendenti, invece, crescono.

librerie indipendenti

Amore a prima vista

Come raccontato in un post precedente, noi 4/8 amiamo le librerie indipendenti e se possiamo andiamo alla fonte ad abbeverarci. La fonte principale in questi due anni di gestazione e nascita di 8tto è stata Londra, e le sue librerie gli approdi felici che ci hanno dissetato. Di Lutyens & Rubinstein, a cui saremo sempre grate per averci portato Talk!, abbiamo già parlato. Ora tocca a qualcuna delle altre.

London Review Bookshop

A vista c’è il British Museum e dentro tutto quello che vuoi trovare in una libreria indipendente. Innanzitutto non è enorme ma c’è buona scelta e c’è un’attenzione speciale alle realtà editoriali indipendenti del Regno Unito. E poi una libraia super competente e disponibile che fa volentieri quattro chiacchiere e si adopera a consigliarti piccoli tesori nascosti, percorsi alternativi e riscoperte sorprendenti. E dopo ci si ristora nella caffetteria adiacente con tè e torte casalinghe buonissime.

librerie indipendenti

Word on the Water

È vicina a King’s Cross, sul Regent Canal. Per ora, perché ha un superpotere. Naviga. È infatti una stupefacente libreria galleggiante, aperta su una chiatta degli anni Venti. Un posto magico se ce n’è uno. Con tanto di sofà d’antan, stufa, cuscini, e molti peli di cane, perché l’aiuto libraio è un collie-beagle che, come nelle migliori tradizioni, abbaia ma non morde. Noi ci siamo state a marzo con il cielo grigio e ci siamo innamorate. Immaginatevela a giugno, al tramonto, con uno dei concerti jazz che offre in sottofondo.

Persephone Books

Editore con libreria annessa, perché Persephone Books è prima di tutto un Publisher, specializzato in autrici degli anni tra il primo e il secondo dopoguerra (Come Marghanita Laski, una delle nostre prossime autrici). La sua libreria, dove si trova tutto quanto il catalogo, e poltrone,  e vasi di tulipani, è a Bloomsbury, ed è una specie di passaporta per un’altra dimensione: accogliente, pittoresca e infinitamente british.

Due new entry molto promettenti

Due luoghi che non abbiamo mai visitato perché assai recenti e perché un filo tangenti ai nostri interessi, ma che meritano una menzione speciale sono The Second Shelf e Round Table Books.

La prima è una libreria che ha poco più di un anno, a Soho, e il suo motto è Feminize your Shelves. Fortissimamente donne, quindi, libri rari, prime edizioni, e manoscritti. In principio era una rivista, poi ha voluto uno spazio fisico in cui, oltre a vendere libri, si potesse anche assistere a incontri o trovarsi a chiacchierare.

La seconda è una libreria di Brixton che vende solo libri con personaggi appartenenti a minoranze etniche (africane e asiatiche in primis),  con grande attenzione ai libri per bambini, che solo nell’1% dei casi, in Inghilterra nel 2017, includevano le minoranze nella narrazione. Anche in questo caso, come per Persephone, il negozio, prima pop-up e ora a tempo indeterminato, nasce da una costola dell’attività editoriale e sta avendo dei riscontri super positivi e moltissima attenzione.

librerie indipendenti

To be continued…

Londra è grandissima e queste sono solo alcune delle librerie indipendenti che punteggiano la città per renderla più luminosa e ospitale come solo i libri sanno fare. Le esplorazioni di 8tto continueranno, e allargheremo il raggio di azione anche fuori della Capitale, per scoprirne altre e provare a raccontarvele.

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