Dove si presenta una casa editrice?

Se pensate che la scelta del luogo dove avverrà un evento sia una cosa facile avete sbagliato alla grande.

Quando si delinea la campagna di comunicazione di una casa editrice i fattori da tenere in considerazione sono molteplici: chi sei, cosa vuoi comunicare, dove vuoi arrivare, quale sarà il tuo piano editoriale. Insomma comunicare nell’editoria non è roba per stomaci deboli.

Per la prima parte ti affidi a un buon analista, a un ottimo grafico, e a un eccellente web designer, in grado di esplicitare in colori e forme il guazzabuglio che si sprigiona dal continuo flusso creativo. Per la parte editoriale di scrittura creativa, essendo pronti ad aprire una casa editrice si dà per scontato che il mettere nero su bianco le infinite idee che rinvengono dagli angoli più nascosti della materia grigia sia a carico degli stessi editori.

Per la seconda parta, il piano editoriale, va rivisto e studiato nemmeno fossimo in un laboratorio di ricerca delle microparticelle, perché anche la comunicazione di un solo libro delinea l’immagine di una casa editrice e di ciò che essa vuole rappresentare. E allora via al fuoco di fila di domande: a che genere appartiene il testo – fiction, non fiction, saggistica? Se è un romanzo, la storia che linee segue, quelle del giallo, rosa, rosso passione, suspence, thriller, fantasy, storico? L’ambientazione è contemporanea o si va a spasso nel tempo? I luoghi del romanzo sono tanti oppure è solo uno? All’interno del testo ci sono riferimenti di qualsiasi natura – culinaria, storica, filosofica, letteraria…?

Dunque dopo aver rivoltato il libro come un calzino, nemmeno fosse stato sottoposto a un check up completo, ed esserci fatti analizzare dai migliori creativi siamo finalmente in grado di programmare un evento di presentazione.

La 8tto Edizioni non si è sottratta a questo percorso a ostacoli, e dopo aver fissato tutto nelle caselline di competenza ci siamo messe alla ricerca della location ideale da cui far partire la nostra storia.

Certo, perché la presentazione di una casa editrice, di un libro, di una performance, di un firma copie non sono situazioni che si possono organizzare puntando il dito a caso sulla cartina, ma è necessario seguire una logica, delle regole non scritte e tanto buon senso!

Noi siamo ancora delle semisconosciute, tranquilli ci stiamo mettendo in pari, e per chi deve ancora creare un proprio seguito, e / o non sfoggia nel carnet nomi “acchiappafolla” forse è il caso che lasci perdere luoghi ampi, con una capienza minima di duecento posti a sedere; meglio vedere gente in piedi che poltrone desolatamente vuote. Questo è stato il nostro primo obiettivo: scartare a priori lo stadio di San Siro e puntare su situazioni più di nicchia.

A questo punto ci siamo chieste: “Quale zona di Milano sarebbe la più ideale per ospitarci?” Una zona centrale è sempre meglio – i mezzi pubblici, soprattutto la metropolitana, sono i migliori amici delle case editrici – Dover girovagare per ore, ritrovarsi in mezzo al nulla ed essere costretti a chiedere a cinque persone prima di trovare la sesta che bontà sua sa darti una risposta che abbia un senso non è piacevole; eh no, non sempre il navigatore aiuta!

Noi essendo di Milano avevamo un’offerta enorme: non sono pochi i locali che hanno già una propria clientela affezionata. Diciamo che l’unione fa la forza, ma se la loro è da supereroe si dovrebbe essere a cavallo. U’idea l’avevamo, speravamo solo che potesse essere realizzabile.

Sì, perché non è detto che le caratteristiche della location prescelta vadano bene per l’evento che si sta organizzando: meglio un locale alla Central Perk – Friends docet – caldo, accogliente, open mind; o andare sul formale / impostato? Questa distinzione è importante per capire a chi volete rivolgervi, su chi state puntando il dito di “I want you”. A meno che non siate dei temerari e dell’andare controcorrente non vogliate fare il vostro cavallo di battaglia. Noi siamo delle impavide sotto tanti punti di vista, abbiamo aperto una casa editrice!, ma in questo caso l’idea era quella di far capire a chi sarebbe venuto alla presentazione chi fossimo, quali fossero gli obiettivi e dove volessimo andare; il locale doveva rispecchiare le nostre caratteristiche, perché ogni tanto l’abito il monaco lo fa eccome. E la scelta è ricaduta sul Caffè Letterario Colibrì, il nostro alter ego architettonico.

Per noi è stata la soluzione più logica: piccolo, ma quel piccolo che ti scalda il cuore e ti porta in una dimensione confidenziale e di relax; la sala principale presenta un pianoforte lì pronto per tutti quelli che hanno qualcosa da dire; i tavolini, le poltrone, il divano ti ricordano che anche se non sei nel salotto di casa tua, questo gli si avvicina parecchio e sei sicuro che lo condividerai sempre con qualcun altro. E poi il pezzo forte, una piccola stanza piena all’inverosimile di libri che attendono solo di essere aperti, annusati, sfogliati e raccontati da Arianna, la libraia, che ci ha accolto e ascoltato, come speriamo faranno in tanti mercoledì 23 ottobre dalle 18.00. Perché noi con i nostri libri di cose ne abbiamo da dire parecchie.

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