
“Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Così diceva Don Abbondio sconsolato, al termine del colloquio con il Cardinale Borromeo. E anche se non è mai saggio contraddire un mostro sacro – e Alessandro Manzoni appartiene decisamente alla categoria – forse la nostra storia può raccontare un’altra verità.
Bisogna subito fare delle distinzioni, però: noi 4di8 – o 4/8 come amiamo definirci per amore di sintesi – non siamo nate pavide. Prudenti, questo sì.
Seguendo percorsi diversi siamo approdate abbastanza presto al porto verso cui la nave di ciascuna di noi puntava già in partenza: l’Editoria. In più di dieci anni di lavoro in redazione abbiamo contribuito a far nascere delle storie. Abbiamo giocato con le parole come se fossero le nostre migliori amiche. Abbiamo letto. Tanto. Abbiamo scommesso. Qualche volta abbiamo vinto, altre abbiamo perso. Ma non è a causa di queste sconfitte che abbiamo deciso di invertire la rotta. Semplicemente, quelle storie non ci appartenevano, non erano le nostre. Ne volevamo raccontare altre.
L’idea di aprire una casa editrice, uno spazio che rispecchiasse le nostre passioni e interessi e che rappresentasse il nostro approccio alla narrativa, è sempre stata lì, bloccata tra la testa e il cuore, nascosta dietro alle bollette da pagare, a tutti i non posso, non è il momento, non siamo pronte, è una pazzia. Che fosse una pazzia ce lo ricordavano in tanti: non solo gli amici a cui confidavamo un progetto che in quel momento era solo un’utopia, ma anche i numeri.

L’ultima istantanea del mondo editoriale ci dice che nel 2018 le case editrici in Italia sono 1600. Di queste, 825 sono piccoli editori che pubblicano meno di 10 titoli l’anno. L’anomalia tutta italiana è che, nonostante questi rappresentino il 54% del mercato editoriale, i grandi editori, che raggiungono solo il 13%, fanno uscire oltre il 76% dei titoli totali pubblicati in un anno. Ma non finisce qui. A leggere è il 40% della popolazione, poco meno della metà. Di questo quaranta solo il 14% è costituito da lettori forti, che leggono più di 12 titoli l’anno.
Una diapositiva abbastanza scoraggiante. Così scoraggiante che per molto tempo ha demotivato anche noi. Ma la frustrazione di dover fare un lavoro che non ci rappresentava appieno è stata più forte.
Ci siamo rimboccate le maniche: abbiamo studiato e seguito corsi, abbiamo parlato con le persone e ascoltato i loro consigli, anche quando ci hanno mandato fuori strada. Ci siamo messe in gioco, e ogni volta che abbiamo imboccato un vicolo cieco, non ci siamo fatte problemi a scegliere un sentiero diverso. Abbiamo imparato a porre domande. Perché quando si fa qualcosa per la prima volta, è fondamentale confrontarsi con chi lo ha fatto prima di te e meglio.
Così a febbraio 2019 è nata 8tto Edizioni.
Una pazzia? Forse. Ma se la follia è sostenuta da ali forti e robuste, può portare davvero molto lontano.
Una scommessa? Certamente. Però quando scommetti su una nicchia – ed è quello che gli editori indipendenti fanno – è più facile avvicinare i lettori forti, e se sei bravo e onesto abbastanza da conquistarli, allora ti saranno fedeli magari non per tutta la vita ma per un ragionevole lasso di tempo.
Quindi, ricapitolando, il coraggio uno non se lo può dare, è vero. Ma può andarselo a prendere. Don Abbondio era solo ad affrontare i Bravi. Noi siamo in quattro: 4 teste, 4 cuori e soprattutto 8 mani. Che sono decisamente meglio di 2.