
“Una cosa di cui nessuno mai parla è questa: la gente in patria è preoccupata non solo su che cosa fare se il soldato Johnny non tornerà più a casa marciando, ma anche su che cosa fare se tornerà. Sanno che sta succedendo qualcosa di brutto qui, e hanno paura di che effetti possa avere sui loro bravi figlioli.”
Il maggiore e Cher Ami – Kathleen Rooney
Un pantano sanguinario e insensato
La Prima guerra mondiale rappresentò una distruzione su scala mondiale che l’umanità non aveva mai visto prima; di più, che non aveva mai nemmeno immaginato. La strategia militare della guerra lampo fallì in modo così colossale da rendere un conflitto, che avrebbe dovuto risolversi, nei piani dei generali, in pochi mesi, in un pantano sanguinario e insensato che durò anni. Gas mortali, mitragliatrici, bombe e carri armati comparvero in modo così massiccio da rendere l’intera guerra un’unica arma meccanica di distruzione di massa al di là di ogni più cupa fantasia. Fu un’idea di mondo a soccombere, insieme a tutto il resto, e nulla sarebbe mai più stato come prima.
La nascita dell’Horror moderno
Il macabro e spaventoso, come genere letterario o tema per le arti visive è ovviamente preesistente alla Prima guerra mondiale. La paura della morte e dei morti è quanto di più arcaico e primitivo ci sia, ma l’horror come lo conosciamo oggi * ebbe il suo brodo di coltura in quegli anni, in quelle carneficine, nei mucchi di corpi lasciati senza sepoltura e spesso senza nemmeno un nome, o addirittura una rassomiglianza con un essere umano, semplici parti dislocate di organismi un tempo vitali.
“Non smetterò mai di sognare uomini con le gambe mutilate che tentano di correre. Pezzi di pelle e brandelli di uniformi americane. Il sibilo di una granata e l’ammasso polverizzato di carne che rimane dell’uomo che era accanto a te un attimo prima. Cadaveri distrutti, nessuna speranza di una tomba con il nome. La guerra come un mago. La guerra come un numero di sparizione.”
Il maggiore e Cher Ami – Kathleen Rooney
Incubi dalla Terra di nessuno
Se il romanticismo e il decadentismo avevano reso la morte sentimentale, se nell’800 fiorivano i castelli e le case infestate da fantasmi, paurosi ma non raccapriccianti, ora sono interi paesaggi a essere infestati, pianure e colline, quella Terra di nessuno sinonimo stesso di morte e decomposizione. E gli uomini di ogni schieramento erano immersi in questa atmosfera macabra per giorni e giorni, spalla a spalla con i cadaveri, silenziosi come loro. Chi erano i morti e chi i vivi? C’era ancora una distinzione? Quanto spesso i superstiti apparivano morti che camminano, automi senza volontà, gusci vuoti costretti ad andare all’assalto ancora e ancora nel modo più insensato e folle?

E quando tornavano a casa, che uomini tornavano? Non meno spettrali, segnati dall’incomunicabilità, perché chi poteva capire, perfino credere a quello che avevano visto e fatto? Mutilati, sfigurati, traumatizzati nel corpo e nella mente, spesso invisibili. Mostri. O morti viventi.
La forza visionaria del cinema
Il cinema, che proprio allora cominciava la sua ascesa, con la sua innovativa forza visionaria, attinse a piene mani dall’orrore della Grande guerra. Molti cineasti erano veterani che vedevano nella realizzazione delle proprie opere un modo per esplicitare il trauma, nella speranza di non soccombervi. Murnau con Nosferatu ammanta il vampiro di un significato più ampio: è la guerra stessa assetata di sangue il vampiro cosmico che si è cibato di milioni di uomini. Fritz Lang, scampato alle trincee, crea in Metropolis un universo allucinato dove le macchine-uomo riecheggiano i fanti mandati al massacro senza volontà propria, semplici rotelle di un ingranaggio. E James Whale con Frankenstein e La moglie di Frankenstein, nella storia del cadavere rianimato, assemblato e mostruoso, ricorda i tanti invalidi, mutilati e con ferite così raccapriccianti da meritare una maschera per non destare terrore in chi li guarda.
American Horror Story

I registi, gli scrittori (Remarque, tutta la Lost Generation amiricana) e gli artisti (l’opera di Otto Dix) che sperimentarono la Prima guerra mondiale non uscirono mai dall’incubo e continuarono a perpetrarlo nelle loro opere. Le schiere di morti viventi e zombie che popolano la cultura di massa ancora oggi, da The Walking Dead ai White Walkers de Il trono di spade sono qui per ricordarcelo.
* W. Scott Pole ne parla molto bene in The Great War and The Origins Of Modern Horror