Cambiamento: sostituzione o avvicendamento che riguarda in tutto o in parte la sostanza o l’aspetto di qualcosa o di qualcuno.
Che ne siamo spaventati o che lo ricerchiamo ossessivamente, il cambiamento è l’inevitabile stato del nostro vivere, l’unica verità che possa essere chiamata tale. Nessun oggetto, nessuna persona, nessuna situazione e nemmeno nessun luogo può rimanere uguale all’interno di quell’illusione che chiamiamo tempo.
Se mi metto in un preciso punto dello spazio posso stare certa di trovarmi sopra una stratificazione di trasformazioni, su su fino a risalire al momento in cui lì non c’era altro che foresta, o tundra, o deserto, a seconda di dove sto. Si stratificano sia la storia sia la natura, grande maestra di cambiamento.
Visitando certi luoghi, soprattutto se si è molto sensibili, questa stratificazione si riesce addirittura a respirare, si percepisce un’energia che parla di qualcosa che non è più davanti ai nostri occhi, ma che crepita sulla pelle, e spesso ci fa venire la pelle d’oca. In questo punto preciso dello spazio confluiscono tutti i cambiamenti, in un presente al di là del tempo.
È forse da questo che nasce il fascino delle città. Vi siete mai trovati a immaginarvi che aspetto aveva una certa via, o una piazza, o un angolo speciale in città come Londra, Parigi, Milano, Roma? E Berlino.
Eccoci arrivati a Berlino. È qui che ci porta l’autore Paul Scraton. Inglese trapiantato in questa città favolosa, emblema stessa del cambiamento. Città improbabile, costruita sopra una palude, in continuo cambiamento morfologico, in concomitanza anche e soprattutto con le vicende storiche che l’hanno coinvolta. Il romanzo si intitola Berlino blues e ci accompagna tra i diversi strati di una città in continuo divenire, come una variazione musicale al pianoforte, dove i protagonisti si passano il testimone su e giù per le vie cittadine, avanti e indietro nel tempo, tra ricordi e nuovi progetti.
Un viaggio attraverso mappe topografiche e mentali, per superare ogni attaccamento e abbandonarsi al divenire, accompagnati da un narratore senza nome.
“Turn and face the strange”.