Lo abbiamo detto tante volte e non siamo né le prime né le ultime a fare questo paragone: la lettura è un viaggio. È una delle idee che sta alla base del nostro nome e del nostro logo, 8tto, e l’affermazione è talmente semplice che potrebbe non aver bisogno di ulteriori spiegazioni o parole.
Ma permetteteci di andare oltre l’immediato significato di viaggio, perché questa è un’esperienza fatta di e con le parole.
In principio era il Verbo.
Questo viaggio assume già un’aura speciale, non è un semplice partire, è un vero e proprio creare. E non è solo l’autore della storia che crea il nostro viaggio; come ogni cosa nell’universo, anche un racconto è una co-creazione. L’autore ci offre il suo spunto, ci invita in una certa direzione, e noi intraprendiamo il nostro percorso. Ed è forse superfluo sottolineare che due persone che leggono lo stesso libro compiono due viaggi diversi.
Qualcuno potrebbe dedurne che, quindi, la lettura è qualcosa di solitario. Ma è vero solo in parte. La lettura non si esaurisce finito il libro (quella era la parte in solitaria), continua anche dopo, lasciandoci qualcosa che abbiamo voglia di condividere. E allora posso parlare del mio viaggio a te che non hai ancora letto quel libro, o a te che lo hai già letto ma che avrai notato cose diverse, perché quello era il tuo viaggio.
Eccoci nella fase sociale del libro.
A volte sembra quasi che ci si vergogni a parlare di libri. È forse per questo che sono stati relegati negli angolini della scena culturale. La carta è tutto il contrario che ignifuga, anche in senso metaforico, prende fuoco subito, scalda gli animi di passioni. E coloro che temono queste passioni nella Gente sono stati molto abili a creare un immaginario collettivo in cui chi legge è chi non ha una vita sociale, in parole povere uno sfigato.
Ma noi lettori sappiamo bene che quel mondo immaginato e creato da qualcuno non è quello in cui viviamo noi. Perché allora temere di usare un mezzo a noi tanto familiare come la parola per creare la nostra storia, il mondo in cui leggere rende liberi, belli, affascinanti, interessanti e migliori? Attenzione, non migliori degli altri, ma migliori di quanto non fossimo prima.
Si legge per motivi molto simili a quelli che stanno all’origine di un viaggio. Un viaggio può essere una vacanza, o un’esplorazione, un perdersi per ritrovare se stessi… Esattamente come un libro. E a seconda del tipo di viaggio che voglio iniziare, sceglierò un titolo piuttosto che un altro, una tipologia di narrativa anziché un’altra.
Di che tipo di lettura potremmo avere bisogno per le prime settimane della fase 2 di dopo lockdown? Ecco tre suggerimenti:
- La fattoria degli animali di George Orwell (snello, veloce, attuale)
- Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (se vi venisse voglia di sparire)
- Orlando di Virginia Woolf (per ricordarci della nostra infinità)
Enjoy and be joyful!