Rob Doyle

Rob Doyle è nato a Dublino. Il suo primo romanzo, Here Are the Young Men, è stato scelto come libro dell’anno dal Sunday Times, dall’Irish Times e dall’Independent, ed è stato tra i “20 migliori romanzi irlandesi tra il 1916 e il 2016” della rivista Hot Press. Doyle lo ha adattato per il cinema con il regista Eoin Macken. Oltre a Confessioni di uno scrittore in bilico ha anche pubblicato una raccolta di racconti This is the Ritual ed è editor delle antologie The Other Irish Tradition e In This Skull Hotel Where I Never Sleep. I suoi scritti sono apparsi sul Guardian, Vice, TLS, Dublin Review e ha tenuto a lungo una rubrica settimanale di libri per l‘Irish Times da cui è stato tratto il suo ultimo romanzo, Autobibliography.

In Italia è ancora inedito e 8tto Edizioni è orgogliosa di presentarlo ai lettori e alle lettrici con “Il suo libro migliore finora: enigmatico, irriverente, impavido… Una narrativa che si spinge al limite.” (Times Literary Supplement)

Dicono di Confessioni di uno scrittore in bilico

“La struttura itinerante dona freschezza all’insieme, mentre descrive situazioni sempre più
selvagge” – The Guardian

“Non sono molti i libri che riescono a espandere la mente del lettore, devastarla e farlo ridere a
crepapelle allo stesso tempo. Questo ci riesce, e le parole di Doyle cantano dalla pagina.” –
Spectator

“Se questo blurb fosse il titolo di un film, suonerebbe così: Confessioni di uno scrittore in bilico, ovvero, come ho imparato a smettere di preoccuparmi (su che tipo di romanzo sia) e ad amare il narratore, la cui genialità e umorismo su droga e letteratura, sesso e noia e morte, mi hanno lasciato a bocca aperta.” – Rachel Kushner

“La letteratura è come la droga, uno strumento per l’Assoluto”

foto credits: Bernard Roche