Amalia Guglielminetti è stata scrittrice, poetessa e drammaturga.
Nell’inquieto ambiente culturale della Torino dei primi del Novecento, dove frequentava la Società della Cultura insieme a Thovez, Pastonchi, Graf, Gozzano, Borgese, forgiò il suo personaggio di “donna appassionata e sensuale, dominatrice e crudele, ardente e sensibile vestita all’ultima moda di Parigi secondo lo schema del gusto liberty”.
Ricordata quasi esclusivamente come l’amica di Gozzano e l’amante di Pitigrilli, Guglielminetti è stata un’illustre vittima di quel cortocircuito che tende a confondere i due piani, quello biografico e quello artistico, e che ha fatto in modo che le sue opere – e le sue potenti figure femminili – fossero etichettate come “letteratura erotica” e lì fossero confinate, senza la possibilità di emergere con la loro forza, il loro dinamismo, la loro abbagliante modernità.
Amalia Guglielminetti, autrice de La rivincita del maschio è presente nell’antologia Humoursex con il racconto La gloria.
Dicono di lei
“Uno dei motivi che ha spinto la Guglielminetti nell’oblio è stata la mancanza di riconoscimento della sua profondità umana e la relegazione della sua poesia e letteratura all’ambito erotico. È necessario liberare l’autrice dal pregiudizio di erotismo e ricostruire l’esperienza umana di una donna tormentata e travolta dal suo stesso personaggio. Al di sotto di quella maschera da donna dominatrice, con una lettura più attenta, si scorge una donna irrequieta, sola, malinconica.”
Letturificio
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“Ci viene data la possibilità di riscoprire, finalmente, la scrittrice: l’osservatrice acutissima di un tempo lontano e di debolezze umane che non hanno perso alcuna attualità; la poetessa che si reinventa in uno stile aereo, sempre in grado di raccontare con disincanto preciso e ironia l’ipocrisia delle aspettative sociali, i colori degli abiti, il fiorire smeraldo dei giardini, lo scricchiolare della carta da lettera”
Limina