8tto edizioni e la leggenda dei libri trovati

Ogni volta che parliamo di come abbiamo scovato i nostri primi due titoli le persone all’ascolto sgranano gli occhi ed esclamano “Meraviglioso!”. Pensiamo esattamente la stessa cosa!

Sì, Talk! di Linda Rosenkrantz e Da dove entra la luce di Clare Fisher non sono approdati su delle scrivanie, all’interno di un ufficio di redazione, – e anche se avessero voluto non avrebbero trovato l’ufficio in questione, dato che noi 4/8 ci districhiamo ancora tra un coworking e una caffetteria – dopo essere passati al vaglio di agenti letterari o essere inseriti in lunghe liste editoriali. No, ci hanno trovato e scelto a Londra, precisamente…

Ma andiamo con ordine a raccontare i fatti.

Presa la decisione del secolo: “Okay apriamo 8tto Edizioni”, abbiamo subito capito che per poter trovare le letture giuste, quelle che ci avrebbero aiutato a tracciare le linee guida di 8tto, non potevamo rimanere comodamente rilassate ognuna a casa propria a cercare tutto ciò tramite il Grande Fratello Internet, ma dovevamo andare alla nostra fonte originaria, la Gran Bretagna, dunque Londra. Gli obiettivi erano due: conoscere le piccole realtà libraie londinesi e tuffarsi a capofitto in una delle più importanti fiere del libro del mondo. Due facce per certi aspetti opposte, ma allo stesso tempo appartenenti alla stessa medaglia.

Dire che eravamo a conoscenza di tutto ciò che esattamente sarebbe avvenuto e che cosa ci saremmo riportate a casa sarebbe la più grossa bugia che potremmo raccontare. Siamo partite per quattro giorni con in borsa la lista delle librerie che avremmo visitato, il biglietto d’ingresso alla fiera e mail di conferma di alcuni piccoli editori che avremmo incontrato alla manifestazione, il resto sarebbe stata tutta farina del nostro sacco: tanta buona volontà, entusiasmo, speranze positive.

Talk! ci ha trovato in una piccola libreria di Notting Hill, la Lutyens & Rubinstein. Siamo entrate in un ambiente ricolmo di libri, piccolo ma molto accogliente, con un soppalco e una scaletta che conduceva a un’altra area nel seminterrato con le pareti anch’esse foderate di scaffali e libri, al centro un tavolo dove potersi sedere a leggere in pace, magari sorseggiando un te o un caffè accompagnati da biscottini – ebbene sì, il sottoscala nascondeva una piccola credenza con tutto il necessario per un sano coffee break. Dunque entriamo e ci rivolgiamo alla libraia, illustrandole chi eravamo e che cosa eravamo venute a cercare. Abbiamo chiacchierato per un po’ e poi lei ha iniziato a tirare fuori una serie di libri da ogni angolo della libreria, ma su uno in particolare ha focalizzato la nostra attenzione, Talk!, asserendo che a suo avviso questo era un libro che sarebbe potuto rientrare tra i testi che volevamo valutare e che lei caldeggiava parecchio avendolo letto e amato da subito. Il titolo, la quarta e le prime righe ci hanno immediatamente conquistato, armate dei nostri telefoni ci siamo tuffate su Internet per capire da dove arrivasse, chi fosse l’autrice e se non fosse già uscito in Italia, le risposte erano tutte a nostro favore. Eravamo al settimo cielo: non potevamo credere di aver trovato al primo colpo ciò che stavamo cercando, ma anche di più: Talk! era esattamente la tipologia di testo che volevamo finisse nelle librerie italiane – all’avanguardia, nonostante i suoi anni, con tematiche universali, attuali, forti e d’impatto, senza filtri sa essere. Una struttura narrativa avulsa da qualsiasi tipo di descrizione e contestualizzazione dell’azione, solo puro e semplice dialogo. In una parola perfetto.

La raccolta di racconti di Clare Fiher ci ha trovato all’interno della London Book Fair, avevamo appuntamento con una casa editrice inglese indipendente che avevamo studiato prima di arrivare a Londra e che ci aveva colpito per i titoli e i temi interessanti che pubblicava, oltre al fatto che avesse un’attenzione particolare verso le raccolte di racconti, un filone non molto battuto in Italia, ma che noi riteniamo ricco di spunti interessanti sia per i temi sia per le strutture narrative che vi si possono trovare. Dovevamo incontrarci vicino allo stand di un grosso publisher – sì anche i nostri colleghi britannici si destreggiano tra una caffetteria e un pub. Arriviamo all’ora stabilita, anzi diciamola tutta eravamo in leggero anticipo, sia mai che fosse già arrivato; un po’ di agitazione serpeggiava tra noi: volevamo apparire al top ed essere prese sul serio. Iniziamo a guardarci intorno, ma dell’editore nessuna traccia. Passano i minuti e iniziamo a preoccuparci – avremo sbagliato il luogo? leggi la mail, che cosa dice?, ma no, sono sicura, dobbiamo incontrarlo qui! – nemmeno fossimo state delle stalker abbiamo cominciato a leggere tutti i badge che ci passavano sotto il naso, niente, nessuna traccia. A un certo punto una di noi si gira e alla sua destra, poco distante, appoggiato alla balaustra, zainetto in spalla, jeans trasandati, bicchierone di birra in mano… – Ale, come si chiama il tipo che dobbiamo incontrare? Direi che è proprio lui! Noi che ci aspettavamo un distinto uomo d’affari inglese, maturo al punto giusto e magari anche con una certa aria di superiorità, ci siamo ritrovate a dare baci e abbracci a un ragazzone brillante e altamente affabile… la birra ha sicuro giocato un ruolo importante! Davanti ad altrettante birre e vino, a qualcuna di noi la birra proprio non piace, abbiamo chiacchierato del nostro progetto, ci ha raccontato di loro e degli autori che pubblicavano, sino ad arrivare a Clare Fisher e alle 16.45 Da dove entra la luce era nelle nostre mani pronto per essere letto, amato e acquisito.

Che dire? Siamo tornate carichissime e molto soddisfatte per come erano andate le cose, ma anche di noi stesse. Ci siamo messe in gioco, abbiamo scommesso sul rapporto diretto con chi i libri li edita e con chi li vende con amore, passione e molta competenza e crediamo di avere vinto.

Voi che cosa dite?

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